Il corpo del maschio
Sia lode al corpo del maschio, sia lodato
tutto quanto: il fucsia
dei genitali, i plettri delle unghie
dei piedi. Ad ogni parte sia lode,
selvatico afrore d’ascella,
pancia dove l’occhio vigila,
scopre ogni cosa come un neonato,
l’a-piombo dei fianchi
sulla terra, la chioma che odora
talvolta di sudato e
unto, altre ancora di sale;
sia lode alle gambe dell’uomo
che s’arcuano e incurvano
trasportando la stazza del
maschio; sia lode alle braccia,
la parte migliore, quando
a mezzo ti piegano come un’amaca o
una frombola. Mani rozze
e screpolate e pungenti
scorze di frutti indicibili,
mani che scompaiono
nella gentilezza; sia lode al naso
del maschio e alle orecchie
recanti quelle caverne, orifizi
per sprofondare dentro il corpo i loro
misteri stuzzicanti; sia lode al dorso
come una vela spiegata, la spina dorsale
che si piega come un alberello;
sia lode e molta a ciò che
si nasconde, regioni oscure della pelle,
luoghi di pura energia
che pure se non vedono mai la luce
ne sono completamente intrise.
Leonore Wilson
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